«L’epifania del colore quale mezzo e fine del suo particolare linguaggio artistico. È la cifra essenziale di Giuseppe Bertolino, un artista che alterna un sapiente uso della spatola al tradizionale pennello, con esiti estremamente interessanti. La sua dimensione pittorica è priva di confini; materica, la distinguono impasti particolari, pomice, stucchi sempre votati a canti sinfonici del concerto cromatico. Ha appreso la lezione degli impressionisti e l’ha fatta propria con uno stile originale, prossimo talora all’astrazione. Acquarelli, olï sono il suo terreno privilegiato di confronto con la realtà, che Bertolino ha interiorizzato con sensibilità da artista certo postmoderno. Sicché le sue opere rivelano un comune sentire, che è quello d’una natura magmatica ormai piegata al pensiero fluttuante: natura che qui riflette ed esalta il suo senso originario e fondativi di genesi, di cosmogonia dell’espressione. Vi si confa l’accezione greca del termine, la physis intesa come processo generativo dell’essere. Ci troviamo di fronte delle rappresentazioni del divenire, caotiche a tratti, che manifestano dignità e carattere propri dell’Essere, come dire che nell’arte è possibile una riconciliazione se non addirittura – una identificazione fra il divenire e l’essere.»
Bent Parodi di Belsito